durata: 2 ore
S. Maria in Tempulo, S.S. Nereo e Achilleo, Terme di Caracalla
Quando si considera un’esistenza come quella di Roma, vecchia di oltre duemila anni e più, e si pensa che è pur sempre lo stesso suolo, lo stesso colle, sovente perfino le stesse colonne e mura, e si scorgono nel popolo tracce dell’antico carattere, ci si sente compenetrati dei grandi decreti del destino
La zona compresa in questo percorso, che parte dal Foro Romano passa dalle Terme di Caracalla e conduce fino a Porta San Sebastiano, rappresenta il cuore di una vasta area archeologica. Passeggiare in questa zona di Roma è davvero piacevole. Pensare che già alla fine dell’Ottocento fosse stata pensata una “Passeggiata Archeologica” lo è ancora di più! In visita vi spiegherò il progetto di Giacomo Boni, Rodolfo Lanciani e Nicodemo Severi che doveva salvare i monumenti antichi dal dilagare delle costruzioni moderne. Furono presentati molti progetti e solo dopo numerose modifiche, nel 1914, iniziarono i grandi lavori di risistemazione. Il risultato fu una zona verde che si estende dalle Terme di Caracalla al Circo Massimo, attraversata da un viale lungo 600 m dove cammineremo, tra le pendici dell’Aventino e quelle del Celio. Sapevate che lungo questo viale Roma ospita una chiesetta sconsacrata? Si tratta di S. Maria in Tempulo, alle pendici del Celio, risalente al VI sec, costruita da profughi di origine greca. Il simpatico nome è dipeso dal fatto che la chiesa sorse sul luogo di un templum di epoca romana. La storia della chiesa in Tempulo fu alquanto singolare: da monastero divenne abitazione civile, saccheggiata, fu poi trasformata in un ninfeo della Villa Celimontana; la chiesa divenne poi un fienile e lo rimase fino all’inizio del Novecento, quando fu recuperata e data gratuitamente per uso artistico; è oggi luogo di celebrazione di matrimoni civili, e avendo fortuna potremo entrarci. Appena attraversata la strada incontriamo un altro luogo sacro, caro a molti sposi di Roma: la Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo. L’interno è un tripudio di scene e colori, meravigliosamente affrescato dal Pomarancio da un ciclo di storie di santi. Termineremo la visita entrando nel secondo complesso termale più grande dell’antica Roma, dopo le Terme di Diocleziano: le grandi Terme di Caracalla o Antoniniane. Benché destinate all’uso di massa del popolo, erano le più sontuose e capienti della capitale dell’Impero Romano, ospitavano fino a 1500 persone; i ricchi, però, preferivano frequentare altre terme come quelle di Traiano, Agrippa o Nerone. Entreremo nell’aula del grande calidarium, ambiente per i bagni d’acqua calda, e poi ancora nel frigidarium e tepidarium, caratterizzate da bagni freddi e tiepidi, completamente tappezzati da mosaici sul pavimento. Immagineremo come gli antichi Romani venissero in questo luogo per divertirsi, rilassarsi, allenarsi e incontrare nuove persone, anche per scopi lavorativi. Le sale erano cosi riccamente decorate che proprio qui furono rinvenuti la famosa scultura dell’Ercole e del Toro Farnese (oggi al Museo Archeologico di Napoli), l’enorme vasca in porfido rosso che orna la Sala Rotonda dei Musei Vaticani e le due bellissime vasche in granito grigio al centro di Piazza Farnese a Roma.