durata: 3 ore e 30
Basilica di S. Pietro in Vincoli e Tomba di Giulio II di Michelangelo, Basilica di S. Maria Maggiore, Basilica di S. Giovanni in Laterano
È insensato andare a Roma se non si possiede la convinzione di tornare a Roma.
Sapete che non nasce in Vaticano la prima basilica giubilare? Sapete inoltre che tante sacre reliquie sono sparse qua e là per Roma? Questo percorso vi condurrà alla scoperta di alcune curiosità degli “Albori della Roma Cristiana”. Pellegrini da tutto il Mondo arrivano a Roma per ammirare le famose catene che secondo la leggenda, vincolarono i polsi di San Pietro nel periodo di prigionia nel Carcere Mamertino. Esse erano divise in due tronconi, uno dei quali era a Roma e l’altro fu portato dall’imperatrice Eudossia al ritorno da Costantinopoli (per questo la Basilica è anche detta “Eudossiana”). I due pezzi delle catene, giunti a contatto, si fusero miracolosamente e nulla poté più disgiungerli. In memoria di questo fatto fu edificata, nell’anno 442, la chiesa di S. Pietro “in Vincoli”, che vediamo nelle forme attuali a seguito dei restauri di papa Giulio II, che commissionò nel 1505 a Michelangelo il famosissimo capolavoro del “Mosè”, oggi esposto nella basilica. Notando una lieve linea di frattura sul Mosè, vi trasporterò indietro con la storia raccontandovi il celebre aneddoto secondo il quale Michelangelo, avendo creato un capolavoro al limite dell’umano, dato il vigore, il virtuosismo e l’imponenza del soggetto, avrebbe colpito la statua con il mazzuolo gridandogli: “Perché non parli?”. Il Vasari stesso, nel notare una perfezione sorprendente per la barba, esclamò: «sembra opera di pennello che di scalpello!». Tutti sappiamo poi che a Roma esistono le cosiddette basiliche papali che godono del rango più alto nell’ambito della Chiesa cattolico-romana. Tra queste rientrano quella di S. Maria Maggiore e di S. Giovanni in Laterano, tra le più grandi dopo S. Pietro. Forse non saprete che S. Giovanni precede di molti anni S. Pietro, e che fu lo stesso imperatore Costantino a cedere il terreno degli antichi “castra romani” alla Chiesa cristiana per l’edificazione del magnifico complesso che oggi domina Piazza S. Giovanni. Qui abitarono i primi papi fino al 1309, quando poi si spostarono nei Palazzi Apostolici al Vaticano. Dinnanzi al complesso vi condurrò alla “Scala Santa”; scala salita da Gesù per raggiungere l’aula dove avrebbe subìto l’interrogatorio di Ponzio Pilato, prima della crocifissione, trasportata poi a Roma nel 326 d.C. da Sant’Elena imperatrice, madre di Costantino. Le sorprese non saranno ancora finite, vi condurrò nel Chiostro Lateranense, nel battistero e dinnanzi all’obelisco egiziano monolitico più alto del mondo: 32,18 m. Passeggeremo lungo Via Merulana, che collega le due basiliche di S. Maria Maggiore e di S. Giovanni in Laterano, passando proprio sotto “il tetro palazzo di via Merulana 219”, che ricorderanno gli amanti del famoso romanzo del 1946 “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, dello scrittore Carlo Emilio Gadda. S. Maria Maggiore non è certamente seconda a nessun’altra chiesa, basti solo pensare che all’interno si conservano quelle che vengono venerate come le tavole della “sacra culla” nella quale fu deposto Gesù la notte di Natale. La sua costruzione risale alla famosa notte del 5 agosto del 432 quando a Roma nevicò, tanto da spingere papa Liberio, vedendo quello come segno della volontà della Madonna, a tracciare nella neve il perimetro della nuova basilica. Ogni 5 agosto infatti, in ricordo della Madonna della Neve, avviene la rievocazione dello storico miracolo con la discesa dalla cupola della Cappella Paolina di una cascata di petali bianchi. Anche qui le sorprese non sono finite: la basilica ospita pure la tomba del celebre scultore Gian Lorenzo Bernini.